L'Europa decide anche sulla sostenibilità ambientale

Packaging ecosostenibile in europa

Riduzione dei costi e le strategie europee per la sostenibilità

Una sostenibilità ancora troppo costosa

La sostenibilità nel settore food & beverage sta affrontando una crescente pressione per adottare pratiche più sostenibili, compreso l’utilizzo di packaging ecologico. Tuttavia, uno dei principali ostacoli che le aziende devono affrontare è il costo associato a questa transizione. In questo articolo, esploreremo in dettaglio i fattori che influenzano i costi del packaging ecologico, le strategie per ridurli e l’impatto delle direttive europee attuali in materia di sostenibilità. Inoltre, esamineremo alcune pratiche esemplari adottate da aziende leader nel settore.

Fattori che influenzano i costi

Alcune delle azioni che possono essere applicate per far diminuire il costo del packaging a vantaggio della salute del pianeta e nostra, possono riguardare ambiti come l’innovazione tecnologica, le economie di scala, l’efficienza nella catena di approvvigionamento e i materiali alternativi. Vediamo in che modo.

🔩 Innovazione tecnologica

Lo sviluppo di nuove tecnologie e materiali può ridurre i costi di produzione del packaging ecologico. Ad esempio, l’introduzione di processi più efficienti o di materiali alternativi più economici.

📊 Economie di scala

Aumentare il volume di produzione può portare a economie di scala, riducendo i costi unitari del packaging ecologico. Ciò può essere ottenuto attraverso strategie di marketing che aumentano la domanda dei prodotti confezionati in modo sostenibile.

🎯 Efficienza nella catena di approvvigionamento

Ottimizzare la catena di approvvigionamento può contribuire a ridurre i costi complessivi del packaging ecologico. Ciò può includere la semplificazione dei processi di approvvigionamento, la negoziazione di prezzi più vantaggiosi con i fornitori e la riduzione degli sprechi nella catena di produzione.

⚗ Materiali alternativi

L’utilizzo di materiali alternativi meno costosi può contribuire a ridurre i costi del packaging ecologico. Ad esempio, l’utilizzo di biomateriali o materiali riciclati può essere più economico rispetto a materiali tradizionali come la plastica vergine.

Strategie per ridurre i costi e aumentare la sostenibilità

La questione costi e sostenibilità, può essere affrontata su più ambiti, come per esempio:

🔬 Investimenti in ricerca e sviluppo

Ricerca e sviluppo possono portare a nuove soluzioni più convenienti per il packaging ecologico. Gli investimenti in innovazione possono ridurre i costi di produzione e migliorare le performance ambientali.

🤝 Collaborazioni e partnership

La collaborazione con altre aziende può favorire lo sviluppo di soluzioni più economiche. Ad esempio, la condivisione di risorse e conoscenze può aiutare le aziende a identificare opportunità per ridurre i costi del packaging ecologico.

🛒 Sostenibilità della supply chain

Ottimizzare la supply chain¹ può ridurre i costi complessivi del packaging ecologico. Ciò può includere la riduzione degli sprechi, l’ottimizzazione dei trasporti e la gestione efficiente delle risorse.

👩‍🏫 Educazione dei consumatori

In altre parole, l’aumento della consapevolezza può influenzare le scelte di acquisto dei consumatori. Le aziende possono educare i consumatori sui benefici del packaging ecologico e promuovere una maggiore domanda di prodotti sostenibili.

Impatto delle direttive europee

Direttiva sul Packaging e i Rifiuti di Imballaggio (94/62/CE)

La Direttiva 94/62/CE, meglio conosciuta come la Direttiva sul Packaging e i Rifiuti di Imballaggio. Adottata nel 1994 e modificata più volte negli anni successivi,  stabilisce requisiti specifici per la produzione, l’immissione sul mercato e la gestione dei rifiuti di imballaggio e materiali di imballaggio nell’UE. Gli obiettivi principali includono la prevenzione della produzione di rifiuti di imballaggio e l’incremento del riciclaggio e del recupero dei rifiuti di imballaggio.

Direttive sull’Economia Circolare

Nel 2018, l’UE ha adottato un pacchetto di misure legislative sull’economia circolare che include modifiche alla Direttiva sul Packaging e i Rifiuti di Imballaggio. Queste modifiche mirano a incrementare l’efficienza delle risorse attraverso un maggiore riciclaggio e riutilizzo dei materiali di imballaggio. Sono stati fissati obiettivi più ambiziosi per il riciclaggio dei materiali di packaging e sono state introdotte specifiche disposizioni per ridurre la produzione di rifiuti.

Strategia per la Plastica nell’Economia Circolare

Sempre nel 2018, la Commissione Europea ha adottato la Strategia per la Plastica nell’Economia Circolare, che fa parte del più ampio Piano d’Azione per l’Economia Circolare. Questa strategia punta a ridurre l’uso di plastica monouso e promuovere l’uso di plastica riciclabile e rinnovabile. Include iniziative per migliorare la progettazione dei prodotti in plastica, aumentare il riciclaggio della plastica e ridurre i rifiuti marini.

Direttiva sulla Riduzione dell’Impatto di Alcuni Prodotti di Plastica sull’Ambiente (2019/904)

Conosciuta come la Direttiva sulla Plastica Monouso, questa normativa mira a ridurre l’impatto ambientale di prodotti di plastica comunemente trovati sulle spiagge europee e nei mari, introduce misure per limitare l’uso di alcuni prodotti di plastica monouso per i quali esistono alternative sostenibili e impone requisiti per la raccolta e il riciclaggio di prodotti come le bottiglie di plastica.

Le direttive europee e l’Italia

Ma queste direttive sono state recepite dal governo italiano?

L’Unione Europea ha adottato una serie di direttive volte a promuovere la sostenibilità del packaging, mirando a ridurre l’impatto ambientale dei rifiuti e a incoraggiare l’uso di materiali più sostenibili. Tra queste, la Direttiva 94/62/CE e le sue successive revisioni.

Il governo italiano, come tutti gli stati membri dell’UE, ha recepito queste direttive nell’ordinamento nazionale attraverso l’adozione di leggi, regolamenti e politiche conformi agli obiettivi e agli standard stabiliti dall’Unione Europea. In Italia, le normative in materia di imballaggi e rifiuti di imballaggio sono state integrate e adattate alla normativa nazionale, coinvolgendo vari aspetti come la progettazione sostenibile, la riduzione dei rifiuti, il riciclaggio e il recupero.

Un esempio specifico di recepimento è il Decreto Legislativo 152/2006, noto anche come “Codice dell’Ambiente”, che include disposizioni per la gestione dei rifiuti e il riciclaggio, conformi alle direttive europee. Questo decreto stabilisce un quadro normativo per la gestione dei rifiuti in Italia, promuovendo la prevenzione, il riutilizzo, il riciclaggio e altre forme di recupero dei rifiuti, compresi quelli di imballaggio, in linea con i principi dell’economia circolare promossi dall’UE.

Inoltre, l’Italia ha adottato (con precedenti governi rispetto a quello di oggi) specifiche misure e iniziative per incentivare l’utilizzo di imballaggi sostenibili, come la riduzione delle tasse per le aziende che utilizzano materiali riciclati e la promozione di sistemi di deposito, restituzione e riconsegna per certi tipi di imballaggi. Queste azioni si inseriscono in un contesto più ampio di sforzi volti a migliorare la sostenibilità ambientale e a ridurre l’impatto dei rifiuti di imballaggio.

Qualcuno in particolare avrà il merito

Successivamente, il Decreto Legislativo 152/2006, il “Codice dell’Ambiente”, ha ulteriormente integrato e aggiornato la normativa italiana relativa alla gestione dei rifiuti, compresi quelli di imballaggio, in linea con le direttive e gli obiettivi europei. Questo decreto ha rappresentato un’importante riforma del settore ambientale italiano e ha consolidato in un unico testo normativo diverse disposizioni legislative, tra cui quelle relative alla gestione dei rifiuti di imballaggio.

Dal momento che il processo di recepimento delle direttive europee coinvolge l’adozione di normative nazionali che possono richiedere l’approvazione del Parlamento e la firma del Presidente della Repubblica, il recepimento non è attribuibile a un singolo governo, ma piuttosto a un percorso legislativo che si è sviluppato attraverso diversi esecutivi. Quindi, ogni aggiornamento o revisione delle direttive europee ha richiesto da parte dell’Italia un adeguamento normativo che ha potuto coinvolgere governi differenti nel tempo.

Verso la transizione

Poi, il Decreto Legislativo 152/2006, il “Codice dell’Ambiente”, ha ulteriormente integrato e aggiornato la normativa italiana relativa alla gestione dei rifiuti, compresi quelli di imballaggio, in linea con le direttive e gli obiettivi europei. Questo decreto ha rappresentato un’importante riforma del settore ambientale italiano e ha consolidato in un unico testo normativo diverse disposizioni legislative, tra cui quelle relative alla gestione dei rifiuti di imballaggio.

Inoltre, bisogna considerare che il processo di recepimento delle direttive europee coinvolge l’adozione di normative nazionali che possono richiedere l’approvazione del Parlamento e la firma del Presidente della Repubblica, il recepimento non è attribuibile a un singolo governo, ma piuttosto a un percorso legislativo che si è sviluppato attraverso diversi esecutivi. Ogni aggiornamento o revisione delle direttive europee ha richiesto da parte dell’Italia un adeguamento normativo che ha potuto coinvolgere governi differenti nel tempo.

Pratiche esemplari nel settore

In Italia, diverse aziende si sono distinte per le loro pratiche sostenibili nel campo del packaging e della gestione ambientale, iniziando a mettere in atto la transizione. Ecco alcuni esempi concreti:

Barilla
Il colosso dell’industria alimentare italiano si è impegnato a rendere il 100% dei suoi imballaggi riutilizzabili, riciclabili o compostabili entro il 2025. Barilla sta esplorando l’uso di materiali più sostenibili per i suoi imballaggi e promuove attivamente pratiche di sostenibilità nella sua catena di approvvigionamento.

Lavazza
Nota azienda di caffè, Lavazza ha introdotto capsule di caffè compostabili, in linea con il suo impegno verso la riduzione dell’impatto ambientale. Queste capsule sono progettate per sostituire le versioni tradizionali in plastica e alluminio, offrendo una soluzione più ecologica senza compromettere la qualità del caffè.

Aquafil
Aquafil è leader nella produzione di Nylon 6 rigenerato, che viene ottenuto tramite un processo di rigenerazione chiamato Econyl. Questo processo trasforma i rifiuti di nylon, come reti da pesca abbandonate e scarti di tessuto, in una nuova materia prima che può essere utilizzata per creare nuovi prodotti, inclusi imballaggi sostenibili.

Novamont
Azienda bioplastica italiana, Novamont è uno dei principali produttori di Mater-Bi, un materiale compostabile utilizzato per produrre borse per la spesa, imballaggi per alimenti e altri prodotti che richiedono soluzioni sostenibili. L’azienda si concentra sulla creazione di prodotti che possono ridurre la dipendenza dalle plastiche convenzionali e minimizzare l’impatto ambientale.

EcorNaturaSì
Leader nella distribuzione di prodotti biologici in Italia, EcorNaturaSì ha adottato politiche di packaging sostenibile, privilegiando materiali riciclabili e compostabili. L’azienda è anche impegnata nella riduzione degli imballaggi e nella sensibilizzazione dei consumatori sull’importanza della scelta di prodotti con imballaggi sostenibili.

Restare virtuosi

Questi esempi dimostrano come le aziende italiane stiano rispondendo attivamente alle sfide ambientali attraverso l’innovazione nel packaging e la promozione di pratiche sostenibili. Tuttavia, questi sono solo alcuni dei tanti esempi presenti nel paese, e l’intero settore sta evolvendo rapidamente verso soluzioni sempre più verdi e sostenibili. Sperando che restino integri i loro valori. La reputazione dell’azienda è importante e ne ho parlato qui

Conclusioni

La transizione verso il packaging ecologico nel settore alimentare e delle bevande è una sfida, ma anche un’opportunità per le aziende di ridurre il loro impatto ambientale e rispondere alle crescenti aspettative dei consumatori. Con l’adozione di strategie mirate e il rispetto delle direttive europee in materia di sostenibilità, le aziende possono non solo ridurre i costi del packaging ecologico, ma anche creare valore sia per l’ambiente che per il proprio business. Le pratiche esemplari nel settore mostrano che è possibile ottenere successo economico e sostenibilità ambientale attraverso l’innovazione e l’impegno.

Concluderei con una riflessione sull’importanza di un approccio olistico alla sostenibilità nel packaging. Ridurre i costi del packaging ecologico non è solo una questione di profitto per le aziende, ma un imperativo per la salute del nostro pianeta. Attraverso strategie mirate e una collaborazione tra tutti i settori della società, è possibile ottenere benefici sia economici che ambientali.

Nota

Noi consumatori possiamo fare la differenza incisiva. Quindi, comperare meno o rinunciare a comperare il caffé in capsula rispetto a quello per esempio, comperato al negozio che lo macina e lo mette nel sacchetto di carta ha diversi effetti positivi: abbiamo acquistato caffè e carta, sicuramente sempre più ecologica dell’eco-plastica o bioplastica. Quanta materia prima occorre per creare le capsule? Quanta energia (che produce CO2) occorre per trasformare la materia prima in capsule? Quanto si inquina per trasportarle e distribuirle. Personalmente acquisto 1 kg e 1/2 di caffé macinato e messo in un sacchetto di carta.

¹ La supply chain, o catena di approvvigionamento, rappresenta l’insieme di processi e attività coinvolti nella produzione e distribuzione di un prodotto, dall’acquisizione delle materie prime fino alla consegna del prodotto finito al consumatore finale. Questa catena comprende diversi attori e fasi, tra cui fornitori, produttori, magazzini, centri di distribuzione, trasporti e rivenditori. L’obiettivo principale della gestione della supply chain è quello di ottimizzare l’efficienza e la produttività, riducendo i costi e migliorando il servizio al cliente, garantendo al contempo che i prodotti giungano al mercato nel modo più rapido ed economicamente sostenibile possibile.

La supply chain è cruciale per il successo di quasi ogni azienda che produce o vende beni. Una gestione efficace della catena di approvvigionamento può portare a:

  • Riduzione dei costi operativi.
  • Miglioramento della qualità del prodotto e della soddisfazione del cliente.
  • Aumento della flessibilità e della reattività alle variazioni di mercato.
  • Miglioramento della gestione dell’inventario.
  • Sviluppo di relazioni più forti e collaborazioni tra i partner nella catena di approvvigionamento.

Negli ultimi anni, la supply chain è diventata sempre più complessa, in parte a causa della globalizzazione, che ha allungato le catene di approvvigionamento geograficamente e le ha rese più vulnerabili a interruzioni dovute a eventi come disastri naturali, guerre commerciali e pandemie. Di conseguenza, molte aziende stanno cercando di aumentare la resilienza e la sostenibilità delle loro catene di approvvigionamento, adottando tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale, l’analisi dei dati, la blockchain e l’Internet delle Cose (IoT) per migliorare la visibilità e l’efficienza lungo l’intera catena.

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